Rielaborazione di una parola longobarda gahagi, tedeso gehege, che significa "terreno chiuso, cintato"; (1992, C.C.DESINAN), poi reinterpretato come volatile "gallo" .
Ubicazione e note storiche:
Galli, frazione di San Giorgio di Nogaro (CB52,MC9A 1951), toponimo recente (DC n°71/1959). Da san Giorgio si raggiunge l'abitato percorrendo la SS14 fino all'incrocio con la strada del Boscàt, poco prima di arrivare a Zellina, e si prende a sinistra la via Toppo Wasserman. L'abitato dei Galli è a circa 200 metri dopo oltrepassata la ferrovia Trieste/Venezia attraverso il nuovo sottopasso. Si può arrivare ai Galli anche percorrendo l'omonima via, partendo da San Giorgio da via Isonzo.
L'abitato è sorto nel 1948, nell'immediato secondo dopo guerra. Il sindaco di San Giorgio di allora, l'ing. Marcello Smith, sentite le esigenze della popolazione che chiedeva un'area per costruirsi la casa, ha fatto erigere un edificio a schiera con 10 appartamenti di tipo popolare. Ha messo in vendita anche i terreni nel BOSCO GALLI da poco disboscato. Venduto le aree, alcuni proprietari sul luogo si sono costruiti la casa contribuendo, così, alla formazione della frazione. La corrente elettrica arrivò il 1 agosto del 1954 (ASCC).
Esiste anche una leggenda che le persone anziane ancora oggi raccontano. La leggenda si riferisce all'antica origine del nome.
"Nella località Galli, nei pressi della frazione omonima, nell'antichità da oltre le Alpi arrivarono i Galli. Era un popolo pacifico che, spinto dalla fame, cercava un luogo in cui insediarsi. La leggenda dice che quel popolo aveva in quel posto iniziato la costruzione di una città, ma il re di Roma di allora, si oppose. Oggi, in quel punto ove si pensa che si siano insediati i Galli, si scorgono le loro tracce: mucchi di mattoni, pezzi di tegole e di recipienti in terracotta e tant'altro. Tanto tempo fa i vecchi dicevano, anche, che prima della canalizzazione dello Zellina (il fiume che passa poco distante), quel posto era basso e paludoso. I cacciatori di allora raccontavano che in quel luogo, qua e là si scorgevano ancora dei muri. I muri erano bassi e coperti di canne e pantano. Dicevano che le case forse erano fatte come quelle dei maranesi di oggi: i casoni e che quelli erano i resti dell'antica città distrutta dai romani."
La chiesa della frazione di San Giorgio di Nogaro è stata eretta durante la conduzione pastorale di don Plinio Freschi, con il determinante contributo materiale ed economico della popolazione. La chiesa, dedicata a SAN ANTONIO, è stata inaugurata l'otto dicembre 1965.